Il vero laboratorio di Strampelli
la terra
Ma il vero laboratorio di Nazareno Strampelli era la terra.
Era nei suoi campi sperimentali che egli, soprattutto nei periodi
di semina e di raccolto, passava l'intera giornata a controllare
i lavori, per poi tornare la sera a Campomoro a sbrigare le pratiche
di ufficio e verificare i risultati tramite le strumentazioni tecniche
e scientifiche che aveva a disposizione.
Proprio per questo la possibilità di avere terra da utilizzare
fu il principale dei suoi problemi.
I primi due campi sperimentali a Rieti li ebbe gratuitamente nel
1904 dal Principe Potenziani, il più autorevole esponente
dell'aristocrazia agraria reatina, che per primo intuì le
potenzialità del giovane ricercatore e gli consentì
di effettuare le prime sperimentazioni nell'agro reatino, evitando
in tal modo che Strampelli , vista l'assoluta scarsità di
mezzi che gli venivano concessi, concretizzasse l' idea di abbandonare
tutto per tornare ai suoi studi all'università di Camerino,
o all' istituto tecnico di Reggio Calabria.
Potenziani concesse a Strampelli complessivamente sei ettari di
terrà sui quali egli impiantò due campi sperimentali,
il primo di 3,5 ha che conteneva 400 aiuole di 50 mq ciascuna sul
quale egli avviò i suoi studi su 100 diverse formule di concimazione,
sui diversi tipi di rotazioni agrarie, sul trapianto e sulla selezione
del Rieti originario, cosi come sullo studio dellazione oligodinamica
di alcune sostanze chimiche, sullazione dellelettricità
sulle piante di frumento e sullinoculazione delle sementi
di leguminose a mezzo delle colture batteriche del Moore.
Nel secondo campo di 2,5 ettari, diviso in 300 aiuole di 50 mq ciascuna,
Strampelli studiò in modo comparativo la produttività
di 240 diversi tipi frumento italiani e esteri, la loro resistenza
alle ruggini e allallettamento, e il loro acclimatamento nella
valle reatina.
Nel 1906 Strampelli dovette però restituire al Principe Potenziani
i terreni di Setteponti e S.Pastore, e trasferire il suo laboratorio
naturale in un unico fondo di circa 7 ettari , sempre concesso gratuitamente
dal Principe Potenziani, in vocabolo Torretta che egli fin dallinizio
curò insieme a due assistenti, Giovanni DallAglio e
Bernardino Giovannelli, che divenne il suo più stretto collaboratore
fino alla sua morte.
Nel 1906 ottenne, sempre gratuitamente, dallon. marchese Raffaele
Cappelli un fondo agricolo a Foggia nel quale impiantò un
campo sperimentale allo scopo di studiare i danni della siccità
sul frumento nellItalia meridionale.
Ora però Strampelli riteneva che la sua esperienza scientifica
aveva raggiunto un grado di maturazione tale da essere incompatibile
con una dimensione nella quale lattività sperimentale
era confinata in piccoli fondi concessi gratuitamente da personaggi
dellaristocrazia agraria illuminata del tempo.
Strampelli avvertiva con sempre maggiore forza la necessità
di sperimentare anche altrove i suoi frumenti, e la richiesta di
fondi per impiantare nuovi centri di sperimentazione fu una costante
dei suoi rapporti con il Ministero di agricoltura.
Nel marzo 1910 presentò una lunga relazione al Ministro di
agricoltura nella quale tra laltro scriveva:
Sin qui i lavori di ricerca e creazione di nuove varietà
di frumenti, iniziati dalla cessata Cattedra e proseguiti da questa
R.Stazione si sono svolti nel loro primo periodo, che possiamo
chiamare botanico, poiché infatti non si è trattato
di provocare mutazioni (con libridazione), di afferrare
quelle spontanee, di cercare di fissare le une e le altre e di
andare eseguendo la selezione, che lo speciale ambiente clima
della vallata reatina rende più facile che altrove.
Ora però siamo per entrare nel 2° periodo , in quello
agronomico o di comparazione e di determinare il valore delle
nuove varietà nella grande coltura, e non è più
possibile di accontentarsi a lavorare in terreni in cui non si
è che ospiti (sia pure, come nel caso nostro, di uomini
di grande intelletto e di grande generosità).
Occorrono i mezzi che permettano la scelta dei terreni più
rispondenti allo scopo e che assicurino stabilità di dimora
in essi.
Strampelli chiedeva mezzi adeguati per svolgere il suo lavoro,
e lacquisizione di diversi fondi agricoli a Rieti, Foggia
e Leonessa, tre punti nodali per la sperimentazione dei frumenti
da utilizzare per lItalia centrosettentrionale, meridionale
e per le zone collinari e montane.
Ma il ministro restò sordo alle sue richieste, ed egli torno
a riproporle ancora nel luglio dello stesso anno ribadendo totalmente
il suo progetto:
LItalia nostra ha configurazione molto svariata, si hanno
climi e terreni molto diversi fra loro, e non è possibile
lavorando in una sola località, arrivare ad ottenere pregevoli
frumenti adattabili alle diverse plaghe della nostra penisola.
Potrebbe però ottenersi lintento, stabilendo, come
sedi di lavoro, tre tipiche località, ossia aggiungendo
ai campi sperimentali della pianura di Rieti e a quelli del tavoliere
delle Puglie anche altri campi in qualche altipiano situato a
circa 1000 metri del mare, come ad esempio quello di Leonessa,
che dista poche ore da Rieti.
Strampelli voleva istituire a Rieti
un grande campo giardino per le colture pure o pedigree.
Tre campi di comparazione e moltiplicazione (uno in un terreno
siliceo argilloso calcare; il 2° in un terreno argilloso calcareo
siliceo; ed il terzo in terreno calcare argilloso arido).
A Foggia un piccolo campo giardino e due campi di comparazione
e moltiplicazione, e a Leonessa un piccolo campo giardino e due
campi di comparazione e moltiplicazione specificando come:
Con i campi di Rieti si mirerebbe alla costituzione di razze e varietà
rispondenti ai vari terreni delle valli e delle dolci colline dellItalia
centrale e settentrionale; con quelli di Leonessa si cercherebbe
di provvedere ai terreni di monte e di alte colline, e con quelli
di Foggia si cercherebbero i frumenti ed altri cereali resistenti
alle siccità estive dei vari terreni dellItalia Meridionale
Solo nel 1911, grazie all'apposita legge n. 550 dell'otto luglio,
fu acquisito dalla famiglia Palmegiani il vasto campo sperimentale
sottostante alla sede dell' istituto.
Sempre in base a quella stessa legge venne impiantata una stazione
sperimentale a Foggia prevalentemente indirizzata alla ricerca sui
frumenti resistenti alla siccità, e unaltra ancora
a Leonessa per la ricerca su orzi, segale e frumenti adatti alla
cultura in climi freddi di montagna.
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